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Fiori di Bach esteriori per la risoluzione dei blocchi emotivi dovuti ad influenze esterne

Fiori di Bach esteriori per la risoluzione dei blocchi emotivi dovuti ad influenze esterne

Oggi parliamo dei fiori di Bach “esteriori” cioè di quei fiori che ci aiutano a superare aspetti distonici delle nostre emozioni originati da influenze esterne a noi non imputabili.

Quindi problematiche causate da shock improvvisi e dolorosi per fatti di vita da noi non determinati, paure vaghe ed indefinibili, paura del cambiamento per intervenuti fatti di vita fuori dal nostro controllo, disperazione per situazioni per le quali non vediamo via d’uscita, stanchezza mentale fuori dal nostro controllo.

Sono quei fiori che andrebbero presi per primi o comunque da assumere ogni qualvolta si ripresentino durante l’analisi attraverso uno dei test di selezione dei fiori di Bach.

Vorrei definirli dei “fiori di pulizia” in quanto la loro assunzione ci andrà a ripulire degli stati di disarmonia emotiva che talvolta ci portiamo sulle spalle, appesantendo il cammino di nostra vita, anche spesso dall’infanzia. Questo purtroppo senza rendercene conto.

Il loro effetto è semplicemente liberatorio e sempre positivo nel senso che non possono determinare nel paziente crisi di coscienza e/o reazioni radicali.

La loro assunzione è quindi fondamentale per aprire la strada ai fiori successivi che vanno a curare stati psico-emotivi alterati “interiori” sia superficiali che cronici.

Gli stati “interiori” sono riconducibili a scelte di vita non imposte ma appunto “scelte” secondo i dettami del nostro libero arbitrio ed agire. Quindi ne pretese ne causate da altri.

Per inciso sono le conseguenze emotive negative determinate da scelte di vita “interiori” che ci allontanano dalla nostra indole di base; le più difficoltose da superare anche attraverso l’uso dei fiori di Bach.

Questo perché per risolvere gli stati psico-emotivi distonici  da esse indotti, richiedono una nostra azione di pari forza ed effetto contrario rispetto la  scelta iniziale che ci ha portato a vivere quella situazione di dolore, incertezza, paura, nervosismo, ecc.

In altre parole l’suo dei fiori di Bach “esteriori” è sempre e comunque risolutivo.

L’uso dei fiori di Bach “interiori” invece lo vorrei definire di supporto. Aiuta in altre parole a far chiarezza quando in noi c’è confusione sul percorso da intraprendere per ottenere la nostra salute emotiva; traccia in altre parole la strada, ci indica la via, ma non risolve la causa.

Gli uniche persone che possono risolvere la causa siamo noi stessi perché il motivo scatenante è proprio stato da noi determinato attraverso scelte personali e non indotte da altri.

Un classico esempio di fiore di Bach “esteriore” è STAR OF BETHLEHEM.

Non mi soffermerò sulle caratteristiche di questo fiore. Di letteratura anche in internet ce ne è in abbondanza.

Ti riporto quanto scrive di suo pugno Edward Bach in proposito:

“Star of Bethlehem è per coloro che si trovano in uno stato di grande angoscia a causa di situazioni che, in un dato periodo, hanno provocato tanta infelicità: lo shock di una cattiva notizia, la perdita di una persona cara, lo spavento per un incidente e altri eventi simili. Questo rimedio porta sollievo a chi rifiuta il conforto degli altri”.

L’assunzione di questo fiore va di solito prescritta alla prima boccetta di rimedi “floriterapici”. E’ forse il rimedio iniziale più consigliato perché più o meno tutti noi siamo passati per shock di vita seppur con effetti e distinguo differenti.

Consideriamo che la sola nascita è uno shock energetico non indifferente. Dalla sicurezza del grembo materno siamo catapultati in un mondo totalmente nuovo.

Se poi il parto è stato difficoltoso anche questo inciderà negativamente portando talvolta a veri e propri blocchi emotivi “silenti” ma che incideranno fortemente nello sviluppo della nostra personalità.

 Esso richiede per esser risolto dell’assunzione di una “vibrazione” che sciolga quel dolore così come fa la neve al sole (sempre per riprendere le celebri parole di Edward Bach). Questa vibrazione è appunto instillata in noi attraverso Star of Bethlehem.

Per conoscere gli altri rimedi esteriori, la loro relazione con i fiori “interiori” e le loro modalità di assunzione cadenzate e graduali nel tempo, ti invito a proseguire in questa lettura accedendo al corso online “Come scegliere i fiori di Bach in maniera certa ed autonoma” che ho predisposto personalmente a partire dagli studi fatti sullo scopritore di questa terapia Edward Bach e attraverso la lettura e applicazione concreta degli insegnamenti di importanti autori che hanno proseguito il lavoro fatto inizialmente da Bach ; oltreché chiaramente mettendoci dentro la mia personale esperienza ultradecennale sia teorica che pratica.

Potrai iscriverti anche alla nostra newsletter periodica che ti terrà costantemente informata/o sulle novità dal mondo dei fiori di Bach e contemporaneamente scaricarti, in maniera completamente gratuita, LO SPECIAL REPORT GRATUITO dal titolo “SCOPRI METODI E TEST DI SCELTA DEI FIORI DI BACH CERTI E PER TE APPROPRIATI ATTRAVERSO UN SISTEMA DI SELEZIONE INNOVATIVO, DI AUTONOMA E FACILE APPLICAZIONE”.

Bene, mi sembra di averti dato delle altre informazioni sul tema. Attendo tuoi commenti. Sono sempre ben accetti.

A presto!

Matteo Pasqualini


4 Responses to “Fiori di Bach esteriori per la risoluzione dei blocchi emotivi dovuti ad influenze esterne”

  1. Max Volpi ha detto:

    Gentile Matteo,
    sebbene Kramer possa sicuramente essere considerato, visti i risultati ottenuti negli anni, un buon terapeuta, a volte i suoi punti di vista possono essere un poco rigidi. Le persone hanno sempre avuto bisogno (e chissà per quanto ancora), di scatoline per la mente, di posti dove mettere le informazioni per avere la certezza (che poi è labile), di ritrovarle al momento del bisogno. Per questo, la categorizzazione di Kramer, che tra l’altro compie 21 anni, ha in sè una struttura che non lascia spazio al pensiero bachiano. La teoria dei fiori interiori, che di fatto è quella dei dodici guaritori, e che Kramer chiama “fiori di comunicazione”, presuppone che ne seguano quelli di compensazione e, successivamente, di decompensazione. Incasellando così la terapia floreale si rischia, perchè la mente ha questa struttura, di inibire possibili risposte del cliente che chiede il consulto, perchè troppo impegnati a infilarlo in una casella. Il tema che tu tratti in questo articolo, ancora citando Kramer, porta all’errata convinzione che si debbano somministrare necessariamente i fiori esteriori in primis. Ma questo pensiero è di Kramer, non di Bach. Anche qui la disputa è lunga e richiederebbe un ampio approfondimento e, soprattutto, dura da anni. In soli due casi Bach consiglia la somministrazione di un fiore preventivo che in realtà è conseguente: Wild Oat, quando non si sa quale rimedio scegliere perchè la persona porta con sè troppa confusione interiore. Kramer pone WOA esclusivamente come decompensazione di CER. Limitante io direi. L’altro fiore è Holly, che riarmonizza. La difficoltà implicita è di riuscire a superare le categorizzazioni ed aprirsi all’ascolto dell’altro. Grazie per le tue segnalazioni. Buon Lavoro.
    Max Volpi.

  2. admin ha detto:

    E’ chiaramente un enorme piacere ricevere un commento dal gentilissimo Max Volpi, visto che lo stesso è un terapeuta (tra l’altro da me apprezzato e conosciuto), ma questo blog è dedicato, più semplicemente, alla community degli “appassionati” di fiori di Bach.

    Appassionato è in primis il sottoscritto che cita sempre come quanto riportato in http://www.testfioridibach.it (sebbene supportato da studi ed applicazioni pratiche personali nel corso degli anni), sia frutto appunto della “passione” per questo argomento e non del “lavoro”.

    Per cui cercherò di non scendere nella mia risposta in tecnicismi (anche se sarà difficile) che probabilmente non interesseranno i lettori di questo stesso blog ma supporterò il mio modo di “sentire i fiori di Bach” perché fondamentalmente è quello che “sento” a me più vicino.

    Se ho interpretato correttamente il senso della tuo scritto iniziale (in caso contrario ti chiedo di scusarmi), intanto parlare di …………persone che hanno bisogno di “scatoline per la mente”……….., contrasta forse un po’ (mi permetto di darti del tu così da farlo in maniera reciproca) con l’”accusa” di supposta rigidità della “categorizzazione di Kramer”.
    Non c’è forse rigidità nel ritenere che persone necessitino comunque di …….. posti dove mettere le informazioni per avere la certezza (che poi è labile), di ritrovarle al momento del bisogno (così come da Te scritto) ?

    Non penso poi che i 21 anni della “scuola Kramer”, da te evidenziati, siano da vedersi ne in senso positivo ne negativo. La terapia dello scopritore Edward Bach, che ha praticamente compiuto un secolo di vita, è ancora attualissima come sono altrettanto attuali ed interessanti gli studi più recenti di altri validissimi terapeuti e studiosi sviluppati appunto sulla scia della grande scoperta di Bach.

    Non la farei perciò una questione di “tempo trascorso” per definire un parametro di riferimento sulla bontà o meno, arretratezza o avanzamento di un metodo/scuola o altro.

    Sul fatto poi che la scuola di pensiero di Kramer abbia “………in sè una struttura che non lascia spazio al pensiero bachiano…..”, ebbene se dovessimo basarci proprio sulle indicazioni lasciate da Bach almeno qualche perplessità sull’affermazione dovrebbe sorgere.

    Più di qualche volta Edward Bach asserisce come il suo lavoro lo vedesse come solo un inizio per chi sarebbe venuto dopo di Lui. Cioè per tutti coloro che a loro modo avrebbero poi sviluppato in maniera personale studi e selezione dei fiori.
    Non a caso i fiori di Bach possono essere selezionati con metodi differenti sviluppati nel corso del tempo: le carte, il pendolo, il colloquio, il questionario, la kinesiologia, il sentire i cambiamenti vibrazionali indotti dall’assunzione del fiore, l’astrologia, ecc. ecc..

    Anche se tali metodi non sono da me sempre utilizzati, ritengo debbano essere comunque considerati tutti rispettabilissimi se portano poi alla corretta scelta dei fiori di Bach.
    Come si dice ognuno trova la propria strada.

    Inoltre sempre in merito a questa tua affermazione, a parziale “rettifica”, mi hanno colpito altre asserzioni di Edward Bach sul tema.
    Esso scrive, a proposito del fatto che subito dopo aver scoperto i 12 guaritori (collegati alla nostra indole/personalità), trovati dopo poco “i 7 aiutanti” e in sequenza individuati anche gli ultimi rimedi così da completare il lotto dei 38 fiori, ebbene riferisce di suo pugno: “La prescrizione di questi nuovi rimedi sarà molto più facile di quel che sembrava all’inizio, perchè ognuno di essi è in relazione con uno dei “12 guaritori” .
    Implicitamente quindi sembrerebbe che fosse stato lo stesso Edward Bach a definirne la strada ammettendo che gli altri rimedi avevano un loro preciso collegamento con i 12 guaritori iniziali.

    Che poi sia stato anche Kramer così come altri studiosi (definirlo solo terapeuta mi sembra un po’ riduttivo sebbene anche Kramer abbia “curato” tantissimo e quindi sia stato esso stesso un ottimo terapeuta) ad individuare un “proprio collegamento tra i fiori” penso che non abbia molta rilevanza.
    Il suo è un modo di vedere il collegamento come altri studiosi ne propongono degli altri.
    Ognuno seguirà quello che sente a lui più vicino.

    Lo schema di Kramer (perchè difatti di schema si tratta) da lui congegnato che collega, a partire dai 12 guaritori (rappresentanti le caratteristiche della indole di ogni persona così come assegnati alla nostra nascita), altri fiori che ne rappresentino l’evoluzione “distonica” psico-emotiva nel corso della propria vita, è “solo” una possibile strada.

    Il percorso a ritroso dalla situazione di decompensazione, verso la fase compensativa per poi risolvere la distonia comunicativa e riappropriarsi di una delle caratteristiche tipiche della nostra personalità (positiva) ne è la “sua” conseguenza logica. Questo secondo il suo schema.

    E’ chiaro, come da te giustamente fatto osservare, che non possiamo vincolarci a rigidi schemi (sono perfettamente d’accordo che sia condizione indispensabile quella di “aprirsi all’ascolto degli altri” come da te scritto prima e sopra tutto).
    Ma quello di Kramer è solo un possibile percorso tra l’altro (per esperienza diretta) che può talvolta essere disatteso nel momento in cui dalla selezione dei fiori, secondo uno dei metodi, per esempio si verifichino direttamente degli stadi “comunicativi”. Per cui a seconda di Chi ci troviamo di fronte, possiamo suggerire di assumere i fiori che più ci sembrano appropriati “saltando” fasi previste dello schema di Kramer.

    Però per la mia personale esperienza ho trovato questo modo di operare molto graduale e dolce. Cioè mi ha evitato personalmente e a persone a me vicine, reazioni radicali che haimé ho riscontrato essere talvolta dei veri e propri “fermi” alla prosecuzione di una terapia attraverso i fiori di Bach.
    Al proposito è sufficiente soffermarsi su cosa scrivono nei forum tematici persone che dichiarano le proprie perplessità sull’uso dei fiori perché invece di trovarne giovamento asseriscono, mal interpretando la “natura” terapeutica del fiore/i assunto/i, di stare “peggio” di come si sentivano inizialmente.

    Certo tutto questo postulando che lo schema di Kramer sia corretto nei suoi vari passaggi.
    Da parte mia ho fatto un “atto di fede” comprovato poi dalla mia esperienza personale, per cui la prosecuzione su questa strada è stata dettata unicamente dalla sintonia che ho sentito con questo modo di operare.

    Ripeto tu sei un operatore ed io un semplice appassionato per cui è sicuramente probabile che ci siano scuole e modi di operare più consoni. Ma questo è quello che io conosco per esperienza diretta e questo è quello che, al momento, mi sento di dire e fare. Pur restando sempre aperto a nuove possibilità e soluzioni.

    Per venire poi alla tua affermazione finale: “………….porta all’errata convinzione che si debbano somministrare necessariamente i fiori esteriori in primis” e alle altre tue accurate informazioni che fornisci e che volentieri pubblico (rif.to a wild oat e agli altri fiori che citi) perché sicuramente sono fonte di arricchimento per questa community:

    si è vero la tua affermazione non fa una piega; Edward Bach non ha mai scritto, per ciò che ho letto e ne so io, che vadano assunti per primi i fiori esteriori. Lo suggerisce, implicitamente e forse nemmeno molto implicitamente, difatti solo Dietmar Kramer.

    Ma questo non penso che debba essere considerata ne una mancanza nei confronti dello scopritore, ne un’offesa. Lo ritengo, ti ripeto dal mio personale punto di vista, solo un contributo come tanti altri che si può accettare come rifiutare, applicare come non applicare. Tutto qui.

    Penso che la libertà che ci ha lasciato proprio Edward Bach sia quella di lasciarci scegliere la strada che ci è più congeniale nel rispetto delle reciproche posizioni.

    Con stima per l’importante lavoro da Te portato avanti.

    Matteo Pasqualini

  3. Cinzia ha detto:

    Mi puoi consigliare che fiori posso dare alla mia cucciola di 9 mesi che ha paura delle persone e scappa da tutti e non riesco a portarla a spasso senza strattoni .? Grazie x l’aiuto

  4. Cinzia ha detto:

    La mia cucciola è un boxer

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